[Chi è Robert Capa?]
Libri di fotografia - Riepilogo articolo
Robert Capa è nato a Budapest il 22 ottobre 1913.
Il suo vero nome è Endre Enrő Friedmann, che è costretto a cambiare durante un periodo di clandestinità in Francia.
Nato col sogno di diventare scrittore, si allontana dalla terra in cui nasce fin dalla giovane età (1931), poichè coinvolto sin da ragazzo dalle proteste contro il governo di estrema destra, durante le quali milita nel Partito Comunista Locale.
Si iscrive al suo primo anno di giornalismo al Deutsche Hochschule fur Politik a Berlino, ma ad allontanarlo dal suo sogno nel cassetto è stavolta la sua situazione di disagio che vive la famiglia in quegli anni.
La sartoria dei genitori diminuisce drasticamente i guadagni e Robert è costretto a trovare un impiego per potersi mantenere.
[Robert e la scoperta del suo talento]
Comincia a lavorare in un laboratorio fotografico presso Dephot come fattorino, a Berlino, dove Simon Guttmann scopre il suo talento per la fotografia.
Inizia così il suo percorso da autodidatta, lavorando per dei piccoli servizi fotografici locali.
Uno dei suoi primi servizi importanti gli viene incaricato a Copenaghen ,per fotografare Lev Trotzkij con i suoi studenti danesi.
Ma è nel 1933 che Robert scappa dalla Germania nazista e durante l’ascesa di Hitlere si rifugia in Francia.
Dove Robert trova l’amore con Gerda Taro, ma non la fortuna con la sua professione da fotografo freelance.
[La svolta verso il successo]
Nonostante le difficoltà, non demorde e si trasferisce in Spagna pochi anni dopo.
Qui comincia la sua grande ascesa verso la fama.
Preso dalla sua grande passione, cattura i momenti salienti della guerra civile spagnola, in particolare ricordiamo la foto che l’ha reso noto: “Il miliziano colpito a morte”, di cui se ne discute ancora la veridicità.
Tra il 1933 e il 1936 il celebre fotografo è testimone degli orrori della guerra civile ed è in questi anni che ,insieme alla compagna Gerda Taro, inventa il personaggio “Robert Capa”.
Lo pseudonimo viene scelto per il suono più familiare e gli viene attribuito l’identità da fantomatico fotografo americano, giunto a Parigi per una nuova avventura lavorativa europea.
Attraverso questo escamotage Robert e Gerda riescono a moltiplicare i loro affari.
Insieme fondano il marchio “Capa-Taro” con il quale firmavano i lavori di entrambi nei primi tempi,per poi successivamente dividere le ragioni sociali.
Capa, insieme alla compagna e/o da solo, è presente su vari fronti spagnoli.
Assiste ad agosto nel 1936 alla guerra civile scoppiata un mese prima.
In novembre è presente alla resistenza di Madrid.
Ma è nel luglio del 1937 che ,mentre si trova a Parigi per un servizio, Gerda viene schiacciata da un carro armato durante la battaglia di Brunete a Madrid, dove lavora per un fotoreportage.
Robert, non si riprenderà mai dal rimorso di non essere riuscito a sposarla e dal dolore per la perdita dell’amata.
Il fotografo è testimone degli orrori della guerra civile spagnola fino al 1939.
Dopo la fine di quest’ultima, lavora a dei servizi per il Giro di Francia.
Durante lo scoppio della seconda guerra mondiale ,a settembre, parte per New York dove inizia a lavorare per “Life“.
Assiste alle elezioni e alla campagna presidenziale in Messico per qualche mese.
Continua senza sosta nel ’43 realizzando un reportage sulle vittorie degli alleati in Nord Africa e a metà anno giunge in Sicilia in pieno stile bellico con un volo in paracadute.
In quest’anno continua a documentare i combattimenti dell’Italia, dopo il quale segue le truppe americane in Normandia.
A giugno di quell’anno conosce la sua compagna Ingrid Bergman a Parigi ,con la quale avrà una relazione di due anni.
Terminato il conflitto mondiale ,il fotografo, diventa cittadino americano.
E’ ad Hollywood che scrive i suoi diari di guerra dove si prepara ad avvicinarsi al cinema come produttore-regista, ruolo che scoprirà non adatto a sè.
Nel 1947 insieme a Henri Cartier-Bresson, David Seymour, Georges Rodger e William Vandivert fonda l’agenzia fotografica “Magnum Photos“.
Capa non resta fermo e si dirige verso l’Unione Sovietica insieme a John Steinbeck.
Successivamente visita la Polonia, l’Ungheria e la Cecoslovacchia con Theodore H.White.
Nel 1948 al 1950 testimonia diversi avvenimenti in Israele: dalla nascita dello Stato di Israele all’inzio del conflitto arabo- israeliano del ’48.
In totale Capa ritorna in Israele tre volte per dar vita, infine a uno dei suoi lavori “Cronaca su Israele” scritto insieme a I.Shaw.
Robert dopo la sua opera ritorna a Parigi dove assume il ruolo di presidente della “Magnum Photos”.
E’ durante quegli anni, in cui vige il maccartismo, che viene accusato ingiustamente di comunismo.
Sarà questa la causa per cui gli USA gli ritireranno il passaporto, impedendogli di viaggiare per un po’.
Nel 1954 passa alcuni mesi in Giappone, ospite di Mainichi.
E’ intorno al 25 Maggio,a Namdinh al delta del Fiume Rosso, che come accompagnatore durante una missione militare francesce calpesta una mina anti-uomo, rimanendone vittima.
Nel 1955 viene instituito il Premio annuale Robert Capa da “Life” e Overseas PressClub “per la fotografia di altissima qualità sostenuta da eccezionale coraggi e spirito d’iniziativa all’estero”.
Cornel Capa, fratello di Robert vent’anni dopo fonda insieme ad altri fotogiornalisti l’International Center for Photography a New York.
[Capa:l’uomo e l’artista.]
Robert Capa uomo audace, vive la sua vita temeraria senza trascurare mai l’empatia e la sensibilità che solo un grande artista può possedere.
Qualità di cui il celebre fotografo ne fa marchio delle sue opere.
Attraverso i suoi lavori abbatte le barriere tra fotografo e soggetto, si tuffa totalmente nella realtà, senza mai perdere l’occasione di essere al fronte.
E’ testimone di scompiglio, tragedie e povertà, fino a volerle vivere sempre più dal vivo.
“Se le tue foto non sono buone, vuol dire che non eri abbastanza vicino.” recita una sua famosa citazione, ricordando la sua dedizione alla sua più grande passione.
Inoltre ricordiamo Capa come fotografo anche in tempi più pacifici, catturando momenti di artisti e ritraendo la vita decadente dei ricchi europei.
Verrà ricordato nella storia come prototipo di fotografo di guerra per i suoi canoni e il suo stile che rappresentano, ancora oggi, il modo in cui raccontare il mondo attraverso la fotografia.