Ispirato dall’epica fotografia documentaristica dei suoi connazionali August Sander e Bernd e Hilla Becher, Martin Schoeller è tra i fotografi famosi che dovresti seguire, e sicuramente tra i principali ritrattisti del ventunesimo secolo.
È famoso per aver scattato foto iper realistiche praticamente di chiunque gli capitasse a tiro, dalle tribù amazzoniche alle celebrità di ogni genere, musicisti, leader politici mondiali, body builders e artisti di ogni natura.
Chi è Martin Schoeller?
Libri di fotografia - Riepilogo articolo
Un ribelle, ampiamente conosciuto e apprezzato per aver rovesciato l’interpretazione convenzionale del genere della fotografia di ritratto, Martin Schoeller offre agli spettatori una nuova prospettiva sui protagonisti della sua epoca.
Perfettamente in grado di lavorare con persone famose tanto quanto con comuni sconosciuti, trasferisce nei suoi scatti una decisa ironia oltre che un certo tono di black humour, senza tuttavia mai sminuire la personalità dei suoi soggetti ma anzi esaltandone l’umanità.
I ritratti ravvicinati di grandi dimensioni ricchissimi di dettagli mostrano la normalità e la quotidianità dei protagonisti famosi che ama ritrarre, mentre le classiche stampe in bianco e nero servono al fotografo tedesco naturalizzato negli States per esprimere bellezza e umanità.
Martin Schoeller la vita
Nato a Monaco nel 1968, Schoeller termina gli studi liceali senza ancora sapere cosa volesse fare nella vita.
Poiché l’istruzione era gratuita in Germania, si iscrisse all’università. Coerentemente con la sua indole ribelle e assolutamente libera da schemi preconcetti, il giovane ancora non-fotografo frequentava raramente le lezioni preferendo guadagnarsi qualche spicciolo lavorando come badante per un anziano del posto affetto da la sclerosi multipla. Di notte faceva il barista e il cameriere.
Un giorno, un suo caro amico gli propone di provare insieme a lui ad entrare nella scuola di fotografia di Berlino, e dopo aver superato brillantemente (e anche un po’ inaspettatamente) varie selezioni e test d’ingresso, Schoeller riesce ad ottenere il suo posto in accademia. Il suo amico invece no.
Dopo aver completato la scuola di fotografia, Martin Schoeller inizia la sua carriere come assistente per un fotografo di still life con studio a Francoforte, prima di trasferirsi ad Amburgo iniziando a scattare per un altro fotografo molto affermato in quella zona.
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Tuttavia, sopraffatto dall’enorme carico di responsabilità imposte dalla mole di di lavoro sempre crescente, l’indisciplinato artista si vede licenziato dopo soli tre mesi.
Il duro lavoro di assistente, così impegnativo ma scarsamente retribuito pesava sulle spalle del giovane Martin, che avrebbe invece voluto imparare e trarre ispirazione da un grande maestro. I suoi fotografi preferiti all’epoca erano Annie Leibovitz, Steven Meisel e Irving Penn.
Martin Schoeller e Annie Leibovitz
Dopo aver messo da parte un po ‘di soldi, Schoeller si trasferì a New York e li chiamò tutti, ma senza fortuna. Presto finì i soldi, tornò in Germania e iniziò di nuovo a lavorare come assistente. Diversi mesi dopo, tornato a New York, trova lavoro come apprendista per un mese in uno studio di still life.
Conosceva qualcuno nello studio di Leibovitz, e dopo aver inviato innumerevoli domande, riuscì ad ottenere una convocazione per presentarsi. I successivi tre anni lavorò per Leibovitz, dapprima come terzo assistente, per poi diventare finalmente il primo assistente del celebre fotografo newyorkese.
- Schoeller, Martin (Autore)
Dal 1993 al 1996, Schoeller lavora come assistente di Annie Leibovitz.
Il lavoro nello studio della fotografa è stato molto intenso, ma Schoeller ha potuto imparare molto soprattutto per quanto riguarda l’illuminazione, un elemento per Annie è sempre stato di fondamentale importanza.
Martin Schoeller come Freelance
Dopo tre anni, lascia lo studio alla ricerca del proprio percorso artistico come fotografo freelance, producendo ritratti di persone incontrate per strada.
Martin comunque ricorda sempre con affetto Annie, affermando che probabilmente la sua carriera non sarebbe mai stata così proficua se non avesse lavorato per lei.
I suoi lavori hanno ottenuto più di un riconoscimento per il forte impatto visivo, e dal 1998 sono iniziate ad arrivare le prime pubblicazioni dapprima su Rolling Stone, poi su GQ, Esquire, Entertainment Weekly.
La sua carriera di ritrattista prosegue al soldo del The New Yorker nel 1999, dove continua a produrre le sue pluripremiate immagini. Schoeller si focalizza sui ritratti, perché a sua detta sono le fotografie più essenziali e più valide. Il suo obiettivo è quello di catturare i momenti veri, quando i suoi soggetti dimenticano di essere fotografati. I suoi primi piani iper-dettagliati segnano la reinvenzione della ritrattistica.
Martin Schoeller e la sua fama
I suoi lavori sono esposti a livello internazionale, in diverse mostre personali sia in Europa che negli Stati Uniti. I riconoscimenti e i premi conseguiti da fine anni 90 ad oggi si sono susseguiti senza sosta. La ricerca di Schoeller culmina in una serie di libri. Ad oggi possiamo contare diverse sue fatiche editoriali tra cui Portraits, Close Up, l’omonimo Martin Schoeller, The Female Body Builders e The Twins.
Nel 2014 l’artista porta in scena all’Hasted Kraeutler di New York una raccolta di scatti inediti. Tony Hawk con uno skateboard sul bancone della sua cucina, la faccia di Steve Carell coperta di nastro adesivo o una bellissima Cate Blanchett. Soggetti raccontati in modo diretto e reale, a conferma dell’immenso apporto di Schoeller alla fotografia di ritratto contemporanea.
Martin Scholler vive e lavora a New York.
Martin Schoeller i suoi libri
- Schoeller, Martin (Autore)