La fotografia di Martin Parr: quando il disordine diventa arte
Libri di fotografia - Riepilogo articolo
Forse sei a conoscenza che in fisica l’entropia definisce il naturale disordine del cosmo, capace di riunire le sue galassie e i suoi pianeti secondo le regole imposte dalla legge gravitazionale, magistralmente riassunta da Albert Einstein nella sua teoria della relatività.
Allo stesso modo, Martin Parr, ha saputo vedere il disordine della società, immortalandolo in una fotografia capace di evidenziare la sua naturale bellezza in un mondo di cui è parte integrante; così facendo, la foto non è più solo l’espressione di ciò che bello ed emozionante, ma diventa la miglior testimonianza del modo in cui l’uomo vive il suo pianeta.
Martin Parr Chi è?
Nacque il 23 Maggio del 1952 ad Epsom, una cittadina del Surrey in Inghilterra; Martin Parr è un fotografo documentarista da quando ha compiuto il quattordicesimo anno di età. Oggi è tra i fotografi famosi che chiunque si avvicina alla fotografia dovrebbe guardare, per imparare a migliorarsi.
La passione per la fotografia
La sua attività è iniziata nel più semplice dei modi, cioè scattando fotografie, una passione di famiglia tramandata dal nonno George, con cui condivise intere giornate in camera oscura a sviluppare i negativi. Il suo percorso di studi è semplice e lineare come accade raramente nella vita di una persona; Parr ha seguito la sua passione e nel 1970 s’iscrisse al politecnico di Manchester per studiare fotografia insieme ai suoi attuali colleghi Griffin e Meadows, con il quale successivamente collaborò nello sviluppo di alcuni progetti.
Dall’anno 1975, Parr cominciò quella che è diventata una carriera di successo, una strada che lo ha portato a figurare fra i migliori fotografi contemporanei.
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L’inizio dell’attività professionale di Martin Parr
Dal 1975 al 1982, Martin Parr si trasferì nel West Yorkshire con l’obiettivo di immortalare l’attività rurale della zona; il fotografo si concentrò sulle abitudini dei fattori, le loro cascine e le chiese battiste e metodiste presenti nel luogo, producendo una serie di immagini in bianco e nero fondamentali per promuoversi in un ambiente dove tale tecnica era molto apprezzata e vista come un esempio di serietà e professionalità.
Dopo il matrimonio, avvenuto nel 1980 con Susan Mitchell, emigrò nuovamente per assecondare le esigenze lavorative della moglie. La coppia andò a vivere prima in Irlanda, sulla romantica costa Ovest che si affaccia sull’ oceano Pacifico, e quindi nel Wallasey, dove dal 1982 al 1984 presero corpo le prime pubblicazioni ufficiali del fotografo, come Bad Weather e A Fair Day, opere eseguite sempre in bianco e nero, che rendono omaggio alla bellezza dell’Irlanda e del Nord Inghilterra.
Dal bianco e nero alle foto a colori
Avrai notato anche tu che nella vita molti eventi capitano solo dopo aver seguito un certo percorso, utile per crescere professionalmente e destare interesse nelle altre persone.
La fotografia di Parr è famosa per la sua dovizia di colori, che lui stesso ha confermato alterare mediante l’uso di Photoshop, per rendere le sue creazioni più ricche di enfasi e capaci di trasmettere un messaggio ben preciso.
Il bianco e nero fu una strada obbligata, una sorta di “must” in un periodo in cui i colori nella fotografia erano già stati utilizzati, ma non avevano ancora un seguito importante; in tal senso, sarebbe stato un rischio anche per Parr proporre immediatamente un’alternativa che poteva non piacere per ragioni di moda.
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Tuttavia, saprai che non si può ignorare il progresso troppo a lungo; ufficialmente, Martin passò ai colori nel 1985, quando pubblicò The Last Resort, un lavoro che cominciò nel 1982 ispirandosi all’operato dei suoi colleghi statunitensi, in particolare Meyerowitz, Shore ed Egglestone.
In verità, Parr, insieme ai fotografi inglesi Fraser e Mitchell, fu per l’Inghilterra un pioniere delle tecniche a colori, che sostituiranno in alcuni contesti quanto di meglio offerto dalla fotografia monocromatica, molto apprezzata ancora ora.
I successivi spostamenti di Martin Parr
Come ogni fotografo professionista che si rispetti, Martin Parr si è spostato spesso nell’arco della sua vita e della sua carriera; tra il 1987 e il 1989 si recò a Bristol insieme alla moglie, dove utilizzò il suo talento per fotografare scene di ordinaria quotidianità.
Fino al 1994 Parr sviluppò il suo progetto Small World, pubblicato ufficilamente l’anno 1995 ed esposto nelle principali metropoli europee, come Londra e Parigi, mentre tra il 1995 e il 1999 si dedicò al consumismo globale, attraverso l’opera Common Sense; quest’ultima raggruppa ben 350 stampe, nonché un libro contenente 158 immagini.
Common Sense è una delle migliori espressioni dell’arte di Martin Parr, una serie di rappresentazioni dove la saturazione del colore è assoluta protagonista della scena e rende merito alle intenzioni del fotografo, quelle di evidenziare con sarcasmo e ironia gli aspetti più contradditori di una società in perenne contrasto con gli ambienti naturali e le opere d’arte più significative, rendendo merito alla sua disordinata bellezza.