Chi è Berengo Gardin?
Gianni Berengo Gardin è uno dei più importanti fotografi italiani viventi. Nasce casualmente a Santa Margherita Ligure nel lontano 1930, ma cresce sia personalmente che accademicamente a Venezia che si può considerare la sua città natale.
Comincia appena ventenne ad appassionarsi alla fotografia, e più nello specifico alla fotografia come strumento efficace di reportage.
Difatti, è conosciuto dal mondo per essere riuscito a documentare grazie ad una archivio infinito di istantanee tutti i passaggi che hanno caratterizzato la storia e la società italiana dal dopoguerra fino ai giorni nostri, facendo del reportage un suo prezioso marchio di fabbrica.
Piuttosto eclettico nelle scelte e nello stile, Berengo Gardin diviene subito apprezzato a livello internazionale, anche per la varietà dei contenuti dei suoi scatti che nel corso degli anni hanno spaziato tra diverse tematiche come il sociale, il mondo del lavoro, l’architettura per poi dedicarsi anche ai paesaggi in generale.
Il noto fotografo veneziano muove i suoi primi passi verso la professione che lo renderà celebre grazie alla Magnum, anche se non proprio in via del tutto diretta.
Difatti, negli anni 60 ricevette alcuni libri di fotografia da Cornell Capa che era stato contattato da un parente di Berengo Gardin.
L’amore che aveva per la fotografia cominciò a sbocciare del tutto, tanto che decise di ispirarsi e fare di tutto per diventare come i più grandi fotografi che ai tempi pubblicavano su Life e la stessa Magnum.
Ma la svolta della sua vita professionale arriva poco più tardi, quando l’incontro con un editore importante gli consentirà di entrare a far parte del mondo del giornalismo a tutti gli effetti, collezionando da quel momento più di 200 mostre in tutto il globo e tante altre pubblicazioni.
È stato questo il momento in cui Berengo Gardin si è specializzato in questo particolare settore e ha dato vita a cose straordinarie che hanno fatto da pilastro alla sua storia personale e alla sua carriera di fotografo professionista.
La sua prima pubblicazione risale al 1954 quando appaiono delle sue foto su “Il Mondo” di Mario Pannunzio.
Ufficialmente, comincia la sua carriere di fotoreporter nel 1962, e da lì in poi avvierà diverse collaborazioni con le più importanti testate internazionali che avranno tempo e modo di pubblicare anche i suoi scatti.
Tra le tante ricordiamo il Domus, L’Espresso, Epoca, Stern, Le Figaro e soprattutto il Time.
Diversi critici e gli stessi fotografi hanno spesso elogiato e portato in alto le sue gesta, come lo storico della fotografia Italo Zannier che a più riprese ha ritenuto Berengo Gardin uno dei fotografi migliori del contemporaneo, capace di visualizzare e documentare al meglio quella che è stata l’evoluzione sociale e non solo, risalente dal dopoguerra in Italia ad oggi, riuscendo a non farsi condizionare dagli usi, dalle mode e dal gusto di ogni momento, ma lavorando sempre con il proprio stile e con il proprio carattere, da risultare dunque inconfondibile.
Tra i tanti i suoi lavori più celebri è giusto ricordare la documentazioni di opere e lavori di un certo spessore come la tomba di Brion realizzata dall’architetto Carlo Scarpa, ovvero anche suo intimo amico, per poi lavorare al fianco di Renzo Piano, seguendo le varie fasi di realizzazione di svariati suoi progetti architettonici, sempre con la chiarezza dello sguardo e il suo punto di vista che l’ha sempre contraddistinto da qualsiasi altro fotoreporter si limita a documentare e a fare qualche foto di default senza andare in profondità di quello che si vuole raccontare attraverso le suddette immagini.
Dopo questo inizio così impetuoso e impegnativo, Berengo Gardin non si ferma e continua a lavorare spostandosi tra Roma, Svizzera e Parigi, trascorrendo ogni volta dei lunghi periodi in queste meravigliose città.
Nel frattempo alcune sue fotografie vengono esposte in diverse mostre in tutto il mondo come a New York, a Rochester e nella stessa Parigi. Non possiamo, dunque, non ricordare l’esposizione di alcune sue istantanee al Museo Stazione dell’arte di Ulassai, dove è esposto il suo lavoro di documentazione dell’operazione “Legarsi alla montagna” di Maria Lai, svolta nella stessa Ulassai.
Continua la sua carriera insita di riconoscimenti dati dalle più importanti federazioni fotografiche e dagli esperti del settore, come la monografia che gli è stata dedicata dalla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, inerente a suoi scatti svolti nella città dell’Aquila.
Continua il suo lavoro e il suo reportage in giro per il mondo, documentando con le sue fotografie le più importanti lavorazioni e le più prestigiose opere che ormai sono entrate di diritto nella storia sociale e culturale dei Paesi in cui ha lavorato.
Berengo Gardin è attualmente membro dell’agenzia fotografica Contrasto ormai dal 1990, e allo stesso tempo fa parte del circolo “La gondola” della stessa Venezia.
In questo momento, il fotoreporter veneziano vive stabilmente a Milano.
In periodi più recenti ha continuato a ricevere diverse gratificazioni e premi. Tra i più rilevanti ricordiamo il Lucie Award alla carriera che gli è stato consegnato a New York.
A maggio dell’anno dopo, ovvero del 2009, l’Università Statale di Milano gli conferisce la laurea honoris causa in Storia e critica dell’arte.
Gianni Berengo Gardin continua è stato e continua ad essere fonte di ispirazione per tutti gli aspiranti fotografi che vogliono specializzarsi nel reportage attraverso le immagini.
Gli stessi professionisti già affermati continuano ad elogiarne le geste e i lavori che porta a termine come se fossero le migliori lezioni che un fotografo potesse desiderare di avere.
Lo stile unico e inconfondibile di Berengo Gardin l’ha reso celebre e speciale allo stesso tempo.
Ecco perchè gli studiosi non smettono di esaminare i suoi lavori e di attingere continuamente dalle sue fotografie possibili nozioni e sensazioni che possano aiutare chi vuole seguire le sue orme a fare meglio e ad intraprendere una carriera che possa quantomeno assomigliare alla sua, in termini di portata e importanza.